| Ricostruiamo la fiducia nella previdenza, nel futuro | | Opinione Liberale Karin Valenzano Rossi, candidata PLRT al Consiglio nazionale Il nostro sistema previdenziale deve affrontare sfide importanti. A cominciare dall’aumento della speranza di vita. Se nel 1948 c’erano 6,5 persone attive che finanziavano una rendita di un pensionato, oggi ve ne sono 3,4 e fra 30 anni questo rapporto sarà di circa 2 a 1. La riduzione dei redditi del capitale investito e le difficoltà a far passare le riforme in votazione popolare mettono a dura prova la sostenibilità finanziaria della previdenza senza parlare degli effetti collaterali del sistema immobiliare. Ciò che mi preoccupa maggiormente è il deterioramento della fiducia nell’AVS e nella previdenza professionale, come mostra il barometro della previdenza 2018 realizzato da Raiffeisen in collaborazione con l’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW). È emblematico come solo il 15,1% degli intervistati ha fiducia nella futura sostenibilità e nella solidità finanziaria dell’AVS. Questo valore raggiunge non migliora di molto per la previdenza professionale, che sale solo al 17,1% . Se vogliamo superare lo scoglio delle future votazioni popolari sulla previdenza, dobbiamo ricostruire il capitale di fiducia nel nostro sistema di previdenza. È inoltre necessario migliorare le conoscenze del sistema, invero non di immediata comprensione, per poter decidere con cognizione di causa e non per sentito dire. È necessario ridurre il divario salariale fra donne e uomini attraverso misure che favoriscono la conciliabilità fra lavoro e famiglia attraverso modelli di lavoro flessibili e struttura d’accoglienza sufficienti. La riduzione dei contributi della cassa pensione per i lavoratori ultracinquantenni è una misura che merita di essere approfondita per favorire l’occupazione di questa fascia di persone sempre più a rischio. Solo in questo modo possiamo preparare il terreno per una discussione aperta e senza preconcetti sull’introduzione di un sistema di pensionamento flessibile fra i 62 e i 67 anni, che tiene conto del lavoro svolto e del reddito percepito. Solo in questo modo possiamo iniziare a discutere in modo sereno su un adattamento dell’età del pensionamento alla speranza di vita. La fiducia è il capitale più prezioso che abbiamo, ne va del nostro futuro. Scarica articolo in pdf |